martedì 15 novembre 2011

La caldaia della discordia

(Episodi di vita vissuta che potrebbero non interessare al lettore)

Ma L MURT DI EVA!!! [cit]

Potevo fare di peggio, per insultare il mio proprietario di casa (d'ora in poi chiamato genio). E giuro che l'ho mentalmente fatto, mentre tentava di rimediare ai danni degli oggetti pseudo-funzionanti che monta in casa.
Anzi, parlare di danni è sbagliato. Perchè non è che funzionino male. Il problema è che non funzionano proprio! Questo, già da solo, sarebbe un buon motivo per inveire contro di lui e scagliare maledizioni contro le (almeno) sette generazioni future del soggetto in questione.
Ma la chiave di volta che ti permette di covare un odio viscerale verso questa tipologia antropologicamente misteriosa di personaggio, è la sua ostentazione di conoscenza, certezza e competenza. Un odio che potrebbe, un giorno di questi, trasformarsi in un raptus omicida da lasciare senza parole anche i coniugi Romano/Bazzi di Erba.

Tutto ciò nasce dal principio di assideramento da cui sono colpito in questo istante, in cui le dita sono praticamente insensibili al contatto con i tasti. Sto con la sciarpa in casa. Ormai vivo in simbiosi con indumenti di pile.
Motivo: la caldaia non funziona, e di conseguenza i termosifoni non riscaldano.
A questo punto, flashback n°1.

Inverno 2010/2011. Identico problema: i termosifoni non si accendono, e lo trascorro martellando la caldaia vecchia affinchè questa si accendesse. Ebbene si, l'unico modo per farla partire era quello: sfogare i propri istinti omicidi latenti contro un oggetto di metallo. Il divertimento stava nel farlo in notturna. Con una mano picchiavo lei, con l'altra mi ravanavo nelle mutande, per annientare le maledizioni dei vicini di casa infastiditi dal rumore, e che sicuramente mi stavano augurando la morte.
Ovviamente la strategia riparatoria era stata suggerita dal genio.
A febbraio si decide di cambiarla. Alleluja. Il genio propone l'affare: 
"c'è questo amico mio che potrebbe darmi un'ottima caldaia, mai usata... praticamente nuova..."
Si decide di prenderla, dividendo la spesa. Nel frattempo continuo a martellare la caldaia vecchia, perchè trascorre il tempo ma 'sta caldaia nuova non si vede.
"Miracolosamente" appare quando le temperature si alzano.
La installa, continuando a riempirsi la bocca dell'affare che CI ha fatto fare. (S'intende che ovviamente ogni suo tentativo di autoesaltazione, deve essere seguito da una serie di ossequiosi ringraziamenti, altrimenti il suddetto entra in una sorta di cortocircuito mentale in cui ripete ossessivamente un concetto in attesa del codice di sblocco, dato appunto dalle 6 lettere: g r a z i e).
La caldaia nuova, lungi dall'essere immacolata in quanto mostra palesi segni di usura, nell'ottica del genio si pone a livelli di venerabilità degni della Madonna di Lourdes e quella di Medjugorje (la sottomarca della prima).
...Ebbene... ora a casa mia fa palesemente freddo.
E questo oggetto di culto non compie il suo miracolo. Le sto solo chiedendo di accendersi, di riscaldarmi. Non di fluttuare a mezz'aria. Ma è talmente nuova e perfetta, che forse non si abbassa a simili declassamenti. Forse dovrei chiederle davvero di fluttuare a mezz'aria.
Il genio viene a casa, oggi. Nelle parole e nello sguardo si legge già la soluzione al problema. Lui sa. Tutto. Lui aggiusta. Tutto. Ci combatte circa per un'ora, dando per scontato, compreso e quindi sistemato, ora un malfunzionamento, ora un altro. E se non è questo, allora è senz'altro quest'altro. Sicuramente.
La soluzione sembra ad un passo.
"Ecco, ora funziona.... vuoi vedere?"
...E fammi vedere, penso io.
Niente. Tutto è immutato. In questi tentativi riesce a fare solo due cose: piegare letteralmente una moneta da 5 cent ed una da 2 cent, tentando invano di girare una vite; e trovare una moneta da 100 lire tra un tubo e l'altro.
Dopo un'ora il problema è lì, non ci ha capito un cazzo, ma l'importante è ostentare di sapere (anzi, tentare di far credere) che la soluzione è a portata di mano. Per cui giura di tornare in meno di 24 ore a sistemare tutto. A sistemare la sua caldaia nuova... il suo affare pagato a metà con noi.

Ma andando via gli faccio notare anche un altro problema, che col primo ha in comune lo sfogo di aggressività latente contro oggetti inanimati.
Lo scarico del cesso.
Flashback n°2.
Primavera 2011. Lo scarico precedente funzionava a cazzo:
"Ci penso io..."
Un bel lunedì torno a Bari e trovo alcuni pezzi vecchi in una scatola. Lo chiamo e mi dice che ha comprato un pezzo nuovo, ha sostituito il vecchio malfunzionante, ed ora funziona tutto alla perfezione. Ha speso 32 euro. Sulla fiducia. Perchè scontrini io non ne ho mai visti, in 8 anni.
Tempo 3 giorni e lo scarico in effetti non dava il problema precedente, ma una volta tirato lo sciaquone non si riempiva più. Questo accadeva quando a casa si abbassava la pressione dell'acqua. Cioè circa 17 ore su 24.
Allerto il genio. Il quale ha la solita soluzione: "Dai qualche botta piccola, così dovrebbe sbloccarsi".
E così faccio. E in effetti funziona. Ma a lungo andare i soliti vicini di casa hanno iniziato ad affilare i coltelli. Soprattutto in queste ultime settimane, in cui ai miei colpi ne seguivano, nell'arco di qualche secondo, altri identici dall'appartamento di fianco. Una sorta di codice Morse, con cui il nemico del condominio di fianco giurava di farmela pagare cara.
Decido quindi di allertare il genio anche di questo secondo e già enunciato problema.
Mentre è lì che guarda il cesso e ri-ascolta il problema, per 5 minuti non capisce. Proponendo, con la solita convinzione, soluzioni che nulla hanno a che fare con quello che sto dicendo. Poi capisce. E mi chiede:
"Come lo facevi funzionare quando non andava?"
-
"Davo qualche botta qui"
In quell'istante abbozza un sorrisetto che voleva dire "ma no, pivello inesperto... non è così che si risolve...", per poi dire "Se fai troppo forte rischi di romperlo... No, no. Per questo non puoi far nulla. Devi attivare il motorino dell'acqua per alzare la pressione. Che qui al quarto piano è troppo bassa".
No, ma grazie. Chi l'avrebbe mai detto. Sarebbe stato troppo aspettarsi che tutto funzionasse come previsto. Tra l'altro, lo scarico rotto di prima presentava un problema diverso da questo. Quindi non si sa come facesse quello vecchio e rotto a riempirsi, e questo nuovo no. La pressione dell'acqua faceva cagare prima e fa cagare ora.
L'arte dell'arrangiarsi.
A cui vanno ad aggiungersi "le tapparelle nuove" (una delle quali, se si abbassa, non si alza più), "le porte nuove" (una delle quali aveva perso una maniglia), "le pareti appena ridipinte" (che in alcuni punti si scrostano per l'umidità).

I risultati della giornata sono i seguenti:
- sono ancora ipotermico;
- lo scarico del cesso funziona come prima: a cazzo;
- ho preso a pugni un muro, per mesi, senza motivo;
- ho 35,54 lire in meno ---> 7 cent=135,54 lire perse, a cui sottraggo le 100 lire trovate. Sono in passivo. Questo mese mi tocca stringere la cinghia.

giovedì 10 novembre 2011

11:11

Ore 11:11 del 11/11/2011.
Aspettavo con ansia, curiosità e paura questo momento. Ora è quasi arrivato. Mancano poche ore.
Erano anni che qualcuno o qualcosa mi lanciava dei segnali.
Non so quale sia la percentuale di probabilità che una persona ha di guardare l'orologio quasi sempre alla stesso orario. Non parlo di giorni, ma di anni.
Beh, io quella percentuale l'ho scandalosamente superata.
Sebbene in questo momento mi senta come Roberto Giacobbo in Voyager, sono certo che domani accadrà qualcosa di grande, incommensurabile... che potrà radicalmente cambiare le sorti dell'umanità.
Gli oscuri presagi stanno prendendo forma: Berlusconi vacilla, pare sia pronto a dimettersi.
Tutto ciò non è casuale. Fa parte di un disegno, ne sono certo.

Senza guardare troppo in grande però, domani potrebbe più semplicemente essere la fine dei miei giorni.
Vedo i segni del trapasso in ogni dove. Ormai mi sento braccato. Ho il fiato sul collo, di qualcuno o qualcosa. Oggi pomeriggio alle 15 inaspettatamente il citofono suona. Lo ignoro. Poco dopo è il turno del campanello. Ignoro anche quello... ho paura. Si avvicinano. Li sento dietro la porta. Stanno venendo a prendermi, me lo sento.
Il Caronte della situazione, colui che mi traghetterà sull'Ade, potrebbe essere il capo condomino. Forse il fiato sul collo è il suo. Ne percepisco il fetore. D'altronde non gli pago i 15 euro mensili da circa 3 anni. Potrebbe rivalersi sugli arretrati.
Ci ho riflettuto tanto. Non so cosa fare alle 11:10 di domani. Suderò freddo. In quel momento sarò a lezione, tra la gente. Come faranno a prendermi? Non ho del tutto scartato l'ipotesi del rapimento degli alieni. Sparirò? Cadrò in coma? O peggio, esanime?
Il testamento l'ho scritto. E' qui, da qualche parte.
Sarò fatalista, ma venderò cara la mia pelle. Tramandate ai posteri il mio verbo. Chiamate il vostro primogenito come me, indipendentemente dal fatto che sia maschio o femmina.

"E se tutto ciò fosse imputabile al caso? Se ti sbagliassi?..."
Ebbene... vorrà dire che domani sera avrò la possibilità di vedere Laura Pausini su Italia 1 alle 21:11..............

No aspè...
Ok, ora sono pronto. Facciamola finita. Avevamo detto le 11:11 del 11/11/2011. Mi sfuggiva la ragione. Ora mi è chiara.
Non ti sbagliare. Ti aspetto.
Voglio sparire o trapassare prima di pranzo. Non farmi arrivare agonizzante fino a sera, ti prego.