Quello è uno screenshot di un video che lunedì 14 ottobre, alle 8:25 circa, mi ha rallegrato la giornata. In fondo, che vuoi fare mentre aspetti il fabbro? Apri instagram.
"Vediamo cosa hanno bombardato stanotte".
Lui stava bruciando vivo in un letto, si agitava mentre era avvolto dalle fiamme, perchè Israele aveva deciso di bombardare un ospedale (dentro cui pare ci fosse un temibile terrorista) a fianco a cui c'era una tendopoli di povericristi sfollati. Sfollati provenienti da altre zone che erano state a loro volta rase al suolo. Lui dormiva tranquillo, era notte, si è svegliato nel fuoco e ci è morto, perchè nessuno riusciva ad avvicinarsi per spegnere le fiamme o a tirarlo via per salvarlo. Avrebbe compiuto 20 anni qualche giorno dopo, pare si chiamasse Shaban, che studiasse ingegneria (prima che qualcuno radesse al suolo la sua Università a Gaza), che avesse creato una raccolta fondi per riuscire ad evacuare con la propria famiglia in Egitto.
Sia lui che la madre sono morti bruciati vivi.
Ma sono solo 2 dei tanti morti di quel giorno. E di quello precedente o del successivo. Così come di oggi e di 365 giorni fa.
Insomma, quello è uno dei tanti modi per morire a Gaza, o in Cisgiordania e adesso pure in Libano: la differenza è se c'è o meno qualcuno con un telefonino in mano a riprenderti mentre crepi.
Quella stessa sera, al TG di La7, parlavano dell'accaduto. Mentana, non potendo trasmettere le immagini integrali, si limitava a raccontare cosa fosse successo, anticipandolo con un "tutti saprete", "tutti avrete sentito", consigliando al pubblico di NON vedere le immagini e i video che circolavano sui social. Non sia mai che il pubblico rimanesse sconvolto.
Mentana, cosa stracazzo dici, per Dio.
Così si muore lì. Solo guardando alcune scene risvegli le coscienze.
Valeva con la foto della bambina vietnamita, ustionata per il napalm, che urlante correva nuda e con le braccia alzate.
Valeva con la foto del tizio cinese sconosciuto, con le buste della spesa in mano, che fermò una colonna di carri armati il giorno dopo il massacro in piazza Tienanmen, semplicemente fermandosi al centro della strada.
Se quelli della mia generazione sono rimasti segnati dall'11 settembre 2001 è perchè hanno visto due minchia di aerei schiantarsi sulle Torri Gemelle da ogni prospettiva, perchè hanno visto la gente buttarsi dalle finestre di un grattacielo piuttosto che crepare bruciata viva o intossicata dal fumo. La foto "L'uomo che cade" immortala uno di quei povericristi che ha fatto quella scelta.
Le cazzo delle atrocità accadono ogni giorno e scegliere di non guardarle non le fa "accadere di meno" o in maniera meno atroce. Dietro ai numeri dei morti, ci sono quei morti. Dietro ai numeri dei feriti, ci sono persone di qualunque età (bambini soprattutto) senza almeno un braccio o una gamba, amputati in molti casi senza anestesia. Noi qui invece siamo abituati a dire "ahia" anche se ci schiacciano un brufolo.
Al momento io sto con un dito fratturato e qualsiasi azione mi sembra eroica. E si tratta del mignolo della mano sinistra, il più inutile delle dieci. Che cazzo di vita potrà mai avere un bambino che ha perso entrambe le braccia? "Ferito" è un aggettivo di merda. Come se fosse una "bua" al braccio, che disinfetti, metti il cerotto e sticazzi.
Quindi, in questo fantastico mondo del non-visto in tv, accade che le persone brucino vive, che i bambini vengano trovati decapitati o col cranio aperto e svuotato, che dalle macerie di un palazzo ciondolino, appesi ad una trave, brandelli sfilacciati con un paio di gambe e forse qualche organo dell'addome.
Succede che ciò che resta degli esseri umani, dopo un'esplosione, venga preso in pezzetti e chiuso in buste di plastica. Dentro ad uno questi sacchi ho visto il viso di una persona: nel senso che c'era la sua faccia flaccida (bocca, naso e occhi aperti), ma non c'era un cranio o alcun supporto osseo su cui tutto questo fosse poggiato o adeso. Praticamente una maschera.
Ho visto la foto di una scarpa per terra: niente di strano se non fosse che dentro c'era un piede, tranciato chirurgicamente a livello della caviglia. Vai a capire se apparteneva ad un morto o ad un banale ferito.
Li volete vedere? Ho gli screenshot pure di quelli.
Succede pure che un padre vada a registrare la nascita delle proprie due figlie gemelle, e rientrato nella propria abitazione la trovi distrutta con moglie e figlie sepolte dalle macerie. Morte, ovviamente.
Comunque... Quella stessa mattina della foto in alto, il caso ha voluto che indossassi una t-shirt con una stampa scelta da me. Dopo mesi in cui quasi nessuno l'aveva vista, viene notata dall'occhio attento di uno dei miei responsabili/colleghi, che per pietà chiamerò Come si chiama, a quanto pare noto per posizioni filo-israeliane/militaresche/Vannacci-like.
"Che sta scritto?", mi chiede.
"Free Palestine", rispondo.Apriti cielo. Come si chiama si gira verso di me e si ferma. Davanti a me. Mi fissa. Gli giro intorno per andare altrove e lui ruota il suo corpo continuandomi a fissare. Col sorrisetto di chi è stupito e deluso allo stesso tempo. Guarda la t-shirt e guarda me.
A quel punto, di fronte a quella faccia di cazzo che mi fissava, rielaboro al volo una traduzione meno foggiana del più idoneo "Che cazz vù?":
"Che? Ormai è un macello là", dico.Letteralmente inteso.
La risposta è stata molto a tema:
"Tu il macello ce l'hai in testa"Da quel giorno mi chiama "Palestina libera". Che è sicuramente meglio di maestro o ingegnere con cui era solito richiamare la mia attenzione sarcasticamente.
E poi ho quasi immediatamente ripensato ad un episodio di 5-6 mesi prima. Ogni tanto mi tornava in mente, ma non riuscivo a contestualizzarlo. Credo sia sempre merito di quel non-visto, di quell'arrogante presunzione di detenere la verità, in cui nulla è mai messo in discussione, in cui non c'è spazio per il beneficio del dubbio. Accadeva durante un concerto, in cui era presente un amico di Come si chiama, che con commiserazione chiamerò Coglione.
Coglione si mostrò infastidito dagli appelli per il cessate il fuoco provenienti dal palco e dal fatto che durante quell'evento si sventolassero bandiere della Palestina. Per cui disse, cercando la mia approvazione:
"Ecco, a me queste cose danno fastidio. E se io non fossi d'accordo? Io voglio solo vedere il concerto. In fondo, se ad Israele non gli rompi il cazzo, se ne sta per cazzi suoi. Ma se gli rompi il cazzo, lui giustamente ti punisce."Non volendo intavolare una discussione con Coglione, mi limitai a dire:
"Vedi che, in Cisgiordania, Israele sta facendo la merda da anni. E dalla Cisgiordania nessuno gli ha ancora cagato il cazzo."
"Ma tutta quella zona prima apparteneva a loro, e quindi ti punisce.", rispose.Il concerto era più interessante del dialogo con Coglione. Mi sono limitato a pensare che forse la fonte storica di queste coglionate poteva essere nel migliore dei casi il Vecchio Testamento, in cui si narrano storie di 4000 anni fa. Storie di terre promesse e popoli eletti.
Che poi... Eletti da chi? Promesse da chi?
Ah, già, Dio. Il mio, il tuo o il suo?
Più o meno come se l'Italia rivendicasse terre a cazzo, dal Portogallo alla Turchia, considerato che un giorno facevano parte dell'Impero Romano.
Lo vuoi un attico ad Istanbul, la vecchia Costantinopoli, con affaccio sul Bosforo? Andiamo a bullizzare e a cagare il cazzo ad un poverocristo dicendogli che casa sua mi appartiene, perchè è sulla terra dei miei avi. Armati di fucile gli entriamo nel giardino, lo minacciamo, gli tiriamo le pietre, lo prendiamo a bastonate mentre raccoglie le olive nel suo terreno, magari lo obblighiamo ad andarsene e ci prendiamo illegalmente la sua terra. Magari nel frattempo gli neghiamo pure l'accesso all'acqua o gli distruggiamo le strade con i bulldozer rendendogli impossibili gli spostamenti. Oppure, cazzo ne so, in mezzo alla loro campagna ci costruiamo una bella autostrada per collegare i nostri villaggi illegali, proibendo agli stessi proprietari di quei terreni di metterci piede all'interno. Poi c'è sempre la soluzione finale: se qualcuno reagisce e per me si mette male, lo accoppo. Perchè a quel punto ci sarà, paradossalmente, anche l'esercito del mio paese a proteggere me dai miei stessi crimini. Ma potrei sempre farlo arrestare e in maniera tale che venga incarcerato per mesi senza accuse. Magari in carcere ci muore lo stesso, e magari me ne sbatto pure di restituire il cadavere alla famiglia.
Ecco la Cisgiordania in pillole.
Bello giudicare senza immedesimarsi. Senza guardare. Vorrei vedere quelle stesse persone, così fieramente detentrici di certezze, se accetterebbero con la stessa filosofia una restrizione totale delle proprie libertà e diritti fondamentali.
In fondo, anche tu, Libano: hai cagato il cazzo ad Israele? Lui ti fa esplodere 1500 cercapersone senza preavviso in mezzo a gente innocente.
Adoro il concetto di "attentato terroristico" molto variabile, a seconda degli attori in gioco.
Questo accadeva prima di iniziare a demolire palazzi e quartieri interi. Tanto l'importante è diffondere un avviso di evacuazione: poi cazzi tuoi se scegli di non abbandonare casa tua, perchè magari è una delle poche cose che hai.
E infine anche tu, ONU: mi rompi il cazzo se hai schierato le tue truppe di pace dove io, Israele, devo radere al suolo tutto. Cazzi tuoi, ONU, se stai in mezzo mentre sparo in un altro stato che, a tuo dire, pullula di terroristi.
Perchè si sa, "ad Israele non devi rompere il cazzo."
L'ha detto Coglione.
L'amico di Come si chiama.